Giuseppina esce dal carcere e trova ad attenderla la sorella Valeria. Giuseppina ricorda il disagio che le procurava suo cognato quando faceva cose che da bambina non riusciva a interpretare. Dopo gli eventi che stravolgono le loro vite, consumato lo stupro e poi l¿omicidio, le visioni di Giuseppina si popolano di personaggi traslati dalla vita passata. L¿intreccio di realtà, sentimenti e visioni diventa il luogo delle ferite vive che bruciano e il viaggio da Pesaro al Salento è simbolicamente legato ai tormenti onirici di Giuseppina: dalle donne ataviche alle tarantolate, ancelle e puttane. Giuseppina resiste, pensando ai suoi giovani nipoti: Cristian e Carolina erano piccoli al tempo dei fatti, ne portano i segni, tuttavia la loro attesa ai piedi delle Colonne Romane, di fronte all¿Isola di Sant¿Andrea, è innocente presente. Giuseppina sente di potersi ritrovare proprio lì, nel tempo dell¿incessante partenza, mentre attraversa i tagli che lo scoglio dell¿Isola ha subìto nel corso della sua storia. Non si tratta di illuminazione divina, di catarsi, di eroica vittoria sul male. È semplicemente la forza dolorosa della consapevolezza. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.